Portfolio fotografico: la tua arma segreta (se lo usi bene)

Vuoi che la gente capisca il tuo valore? Non basta dirlo: devi mostrarlo.
Il portfolio fotografico è il tuo biglietto da visita, la prova concreta del tuo lavoro. E non parlo di due foto buttate a caso su Instagram: parlo di una raccolta ordinata, chiara, pulita, che testimoni i “prima” e soprattutto i “dopo” di ogni trattamento.
Perché ricordati una cosa: puoi anche essere la regina del PMU, ma se non hai prove visive, agli occhi del cliente sei un’altra che “fa sopracciglia”.
Prima e dopo: il cuore del tuo marketing
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Il “prima” mostra il punto di partenza, la pelle, le asimmetrie, le difficoltà.
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Il “dopo” dimostra la tua capacità artistica, tecnica e chirurgica.
Il contrasto tra le due foto è ciò che fa dire al cliente: “Wow, voglio anch’io questo risultato”.
Come scattare foto che non facciano schifo
Oggi tutti abbiamo un cellulare che fa foto decenti. Ma pochi sanno usarlo bene. Bastano pochi accorgimenti:
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Usa sempre una ring light (e possibilmente un soft box) per illuminare bene il viso, senza ombre e riflessi da horror movie.
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Scatta da angolazioni coerenti tra prima e dopo. Niente foto storte, niente zoom diversi. Devi raccontare la verità, non fare l’effetto miracoloso stile pubblicità di dentifricio anni ’90.
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Cura lo sfondo: uno sfondo neutro mette al centro il tuo lavoro. La sedia rosa shocking e il muro beige macchiato no.
Editing: sì, ma con intelligenza
Un ritocco leggero è lecito (anzi, doveroso):
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aggiustare la luminosità,
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ridurre i rossori della pelle,
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bilanciare i colori.
Ma attenzione: se trasformi la cliente in una bambola di cera con Facetune, ti stai scavando la fossa da sola. Il cliente che ti arriva in studio vorrà il miracolo che hai promesso online. Se non sei all’altezza, perdi reputazione. E la reputazione, nel nostro settore, vale più di mille euro di pigmenti.
Tre app che ti semplificano la vita:
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Facetune → editing luci e colori.
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Picsart → per loghi, testi, collage.
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Airbrush → per ritoccare la pelle senza farla sembrare plastica.
Perché tutto questo è fondamentale
Viviamo in un mondo digitale, iper-condiviso, in cui la brand identity è tutto.
La foto che pubblichi oggi su Instagram non è solo un contenuto: è un mattone della tua reputazione.
Il cliente decide se fidarsi di te in base a quello che vede sul tuo profilo, non in base al tuo “giuro che sono brava”.
E qui arriva la verità nuda: se le tue foto fanno schifo, se il tuo profilo sembra abbandonato, se comunichi come un’estetista improvvisata, il cliente non ti sceglie. Punto.
Se non hai tempo o capacità per gestire foto, editing, social e sito, paga qualcuno che lo faccia per te.
Perché nel 2025 non basta saper lavorare bene: devi anche saperlo mostrare bene.
Chi lo capisce, cresce. Chi pensa che “basti il passaparola”, rimane un nome tra i tanti.
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